Ho tentato il mio primo anno da sobrio nel 2022 senza successo, per poi ritentare con nel 2023 con solo pochi episodi sporadici di alcol (che detta così sembra quasi avessi un problema, ma in realtà bevevo il giusto e solo in compagnia). È incredibile come la seconda volta sia avvenuto in maniera così naturale. Ma la cosa più assurda è che la mia è stata una scelta del tutto personale, non influenzata da nessuno. Ma poi ho cominciato a vedermi spuntare per un intero anno sulle riviste gastronomiche che seguo articoli sul trend del low e no alcol, quasi come fosse un segno del destino che approvava la mia scelta. Per la quale mi ritrovo anche in molte delle motivazioni elencate nell'articolo di Rivista Studio. Persino il fatto che non bere per me è quasi un nuovo modo di essere cool. Il paradosso dei paradossi è che sono stato precursore dei tempi: ho rifiutato categoricamente e orgogliosamente l'alcol fino ai 24 anni quando tutti attorno a me si ubriacavano per divertirsi per poi recuperare abbondantemente le sbronze giovanili che mi ero perso. E ora sono ritornato al punto di partenza con lo stesso orgoglio 😄
Bevo oramai moderatamente. Una volta a settimana più per godermi il momento di condivisione con gli amici. E ora lo faccio consapevolmente per bere bene, di qualità. Forse anche perchè ora posso permettermi di scegliere cosa, dove e con chi. Non so se la nuova generazione, che come la nostra di allora ha sicuramente meno capacità di spesa, abbia sfruttato questo volano negativo con una accezione positiva unendola alla consapevolezza di stare meglio. E in quel trend le aziende si sono inserite. Alla fine il marketing non crea un bisogno, ma risolve un problema esistente. Grazie per la tua condivisione Giuseppe!
Ho tentato il mio primo anno da sobrio nel 2022 senza successo, per poi ritentare con nel 2023 con solo pochi episodi sporadici di alcol (che detta così sembra quasi avessi un problema, ma in realtà bevevo il giusto e solo in compagnia). È incredibile come la seconda volta sia avvenuto in maniera così naturale. Ma la cosa più assurda è che la mia è stata una scelta del tutto personale, non influenzata da nessuno. Ma poi ho cominciato a vedermi spuntare per un intero anno sulle riviste gastronomiche che seguo articoli sul trend del low e no alcol, quasi come fosse un segno del destino che approvava la mia scelta. Per la quale mi ritrovo anche in molte delle motivazioni elencate nell'articolo di Rivista Studio. Persino il fatto che non bere per me è quasi un nuovo modo di essere cool. Il paradosso dei paradossi è che sono stato precursore dei tempi: ho rifiutato categoricamente e orgogliosamente l'alcol fino ai 24 anni quando tutti attorno a me si ubriacavano per divertirsi per poi recuperare abbondantemente le sbronze giovanili che mi ero perso. E ora sono ritornato al punto di partenza con lo stesso orgoglio 😄
Bevo oramai moderatamente. Una volta a settimana più per godermi il momento di condivisione con gli amici. E ora lo faccio consapevolmente per bere bene, di qualità. Forse anche perchè ora posso permettermi di scegliere cosa, dove e con chi. Non so se la nuova generazione, che come la nostra di allora ha sicuramente meno capacità di spesa, abbia sfruttato questo volano negativo con una accezione positiva unendola alla consapevolezza di stare meglio. E in quel trend le aziende si sono inserite. Alla fine il marketing non crea un bisogno, ma risolve un problema esistente. Grazie per la tua condivisione Giuseppe!