Ciao, sono Alessandro Vannicelli e questa è Pane Burro e Caffeina, uno sguardo su tutto ciò che ruota attorno a social, digital e food. Strategie, insight, curiosità, e qualche aneddoto personale, tra piattaforme, algoritmi e piatti che fanno parlare. Questa Newsletter vuole essere uno spazio libero di condivisione di idee e spunti, per chi vuole restare aggiornato e connettere idee, business e palato. Senza seguire i trend del giorno o della settimana ma recuperando notizie e riflessioni, per focalizzare, cercando di essere rilevante.
«Più noi, meno me. Più dopo, meno ora.»
Sembra uno slogan, ma nelle parole di Seth Godin, guru del marketing contemporaneo, c’è molto di più. È una visione che trascende il momento presente e coinvolge persone, aziende, clienti e comunità. Un’idea di organizzazione più lungimirante, più responsabile, più attenta all’impatto nel tempo. E, inevitabilmente, più aperta alle sfide sociali.
Ma può davvero reggere?
Seth Godin ha sempre diviso, io stesso non condivido alcuni suoi punti di vista.
Ha ragione nel dire che il marketing dovrebbe educare, far crescere e guidare. Ma qui entra in gioco un problema pratico: l’educazione del consumatore richiede tempo e risorse, due elementi che non sempre le aziende hanno a disposizione (o almeno, non tutte).
È una visione affascinante, ma sappiamo che la realtà è spesso più complessa. Il mercato premia la velocità, la gratificazione immediata, la soluzione più semplice. Perciò le aziende si trovano davanti a un bivio: investire nel costruire abitudini più sane e sostenibili oppure assecondare il tutto e subito, rischiando di diventare “moleste” nel lungo periodo.
La vera sfida è trovare un equilibrio: come possiamo rendere desiderabile un modello più consapevole senza perdere la competizione? Come possiamo far sì che il lungo periodo diventi attraente quanto il breve? Forse la risposta sta nel design delle esperienze, nella creazione di community e nel far emergere un nuovo tipo di desiderio nei consumatori.
Ma per farlo davvero, serve coerenza. E qui entra in gioco il purpose.
Troppi marketer si buttano sulle cause sociali senza aver capito davvero cosa stanno facendo. Confondono il brand purpose (cioè il perché esisti, radicato nell’identità di marca) con il social purpose (l’impatto che hai sulla società). Il primo genera la narrativa autentica del brand; il secondo ne è una naturale conseguenza. Il brand purpose non si inventa: si scopre. È già lì, nel DNA dell’azienda, a noi l’opportunità di portarlo alla luce.
Comunicare per i brand significa comunicare le e per le persone.
Oggi gran parte dei contenuti, servizi e prodotti con cui interagiamo nasce dai marchi. È per questo, che argomenti come identità, strategia e insight sono importanti: perché il modo in cui i brand parlano – e noi con loro – può fare la differenza. Non solo ora, ma nel futuro che contribuiamo a immaginare.
Perché alla fine, il consumatore non è solo un bambino che fa i capricci, ma anche un adulto che può essere ispirato. La domanda è: chi riesce a ispirare senza dover per forza alzare la voce?
Iniziamo buona lettura!
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💭 Un caffè con l’Intelligenza artificiale
“Parla e ti capiranno”: Google Meet introduce la traduzione vocale in tempo reale
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E tu, che cosa ti sei perso? 🤗
Robot al lavoro, umani al pensiero? Amazon svela il futuro del lavoro nell’era dell’IA
Nel futuro dominato dall’intelligenza artificiale, i robot non ruberanno il lavoro: lo trasformeranno. I compiti più ripetitivi e meno stimolanti saranno delegati alle macchine, lasciando agli esseri umani il compito di inventare e guidare nuovi mestieri ancora da immaginare. Secondo il World Economic Forum, nei prossimi anni 92 milioni di posti scompariranno, ma ne nasceranno 170 milioni. E Amazon, uno dei principali colossi statunitensi ha recentemente offerto altri indizi sulla direzione in cui stiamo andando. Vai alla fonte
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Trump, TikTok e il corteggiamento della Gen Z
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Cosa ci fa Del Vecchio con Boem?
Boem, il drink poco alcolico in lattina di Fedez, Lazza, aggiunge 2 gusti, prepara il chillinguito a Milano e segna un aumento notevole di fatturato grazie a Leonardo Del Vecchio. Il nuovo corso del giovanissimo marchio lo trovate qui.
Ha ancora senso parlare di contenuti virali?
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Il primo Starbucks stampato in 3D (articolo)
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In cuffia e in video 🎧
Sei storie nere che raccontano alcune delle vicende più oscure del nostro Paese. Se interviste inedite ai protagonisti della cronaca nera. Un caffè con l’assassino, la serie podcast di Raffaella Fanelli, giornalista e autrice televisiva e cinematografica. Un caffè con…perché a tutte le persone intervistate la giornalista ha offerto un caffè, prima o dopo l’intervista. Tra i protagonisti ci sono Licio Gelli, Immacolata Cutolo - vedova del boss Raffaele Cutolo, Franco Freda e molti altri. Nel corso degli episodi, oltre alle vicende, sono raccontate le notizie e i dati processuali. Lo ascolti qui
Forse non sapevi che 💥
Viaggiare nel tempo
Nonostante la fantascienza prefiguri il suo avvento da oltre un secolo, la macchina del tempo ancora non è stata inventata. I viaggi attraverso la storia, tuttavia, si possono simulare in forma virtuale andando a spulciare nei numerosi archivi audiovisivi disponibili online. Una selezione affascinante ce la offre il canale YouTube Vampire Robot, che colleziona piccoli tuffi nel passato in formato video. Come una passeggiata in un centro commerciale negli anni Novanta o un giro sullo scuolabus negli anni Settanta. Fai il tuo salto nel tempo qui.
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Faccio mia per te, una citazione di Carlos Castaneda dal Libro “ Gli insegnamenti di Don Juan”. Quando non saprai che direzione prendere.
“Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili. Perciò dovete sempre tenere presente che una via è soltanto una via. Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso.
Ogni via è soltanto una via. Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla, se è questo che vi suggerisce il cuore. Ma la decisione di continuare per quella strada, o di lasciarla, non deve essere provocata dalla paura o dall’ambizione.
Vi avverto: osservate ogni strada attentamente e con calma. Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario. Poi rivolgete una domanda a voi stessi, e soltanto a voi stessi: “Questa strada ha un cuore?” Tutte le strade sono eguali. Non conducono in nessun posto. Ci sono vie che passano attraverso la boscaglia, o sotto la boscaglia. Questa strada ha un cuore? E’l’unico interrogativo che conta. Se ce l’ha è una buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare.”
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Aprila e buona lettura
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A presto,
Alessandro