Se conosci l’effetto what-the-hell, sai già di cosa sto parlando: è quel meccanismo psicologico subdolo che scatta dopo un piccolo scivolone. Ti eri promesso di non saltare nemmeno un’uscita? Ne salti una, poi due... e a un certo punto pensi: vabbè ormai, pazienza. È un corto circuito di perfezionismo e autogiudizio che, invece di rimetterti in carreggiata, ti fa mollare tutto.
Tecnicamente, è stato studiato da Polivy e Herman nel 2010: descrive quel momento in cui, dopo un errore percepito come fallimento, abbandoni del tutto i tuoi buoni propositi. Succede con le diete, con le abitudini, con i progetti personali. È la mentalità del tutto-o-niente, e il suo carburante preferito è il senso di colpa.
A innescarlo, (almeno per me) spesso, è anche quella pressione silenziosa ma costante che nasce dal confronto: apri Instagram, scorri su Substack, guardi creator che pubblicano con cadenza svizzera, sfornando contenuti come se non esistessero stanchezza, dubbio o blocchi creativi. E allora ti senti in ritardo, fuori ritmo, inadeguato. E invece di rallentare e respirare, ti fermi. Completamente.
Ma oggi ho deciso di riavvolgere il nastro e rompere il loop.
Perché quello che conta davvero non è quante volte non sei riuscito a fare una cosa. Ma cosa fai la volta dopo.
Eccomi qui. Di nuovo.
Bentornatə nella newsletter. Si riparte.
Cracco, chiacchiere e capri espiatori
Ogni settimana sembra esserci un nuovo capro espiatorio. Ma davvero abbiamo cominciato a confondere il libero mercato con l’ingiustizia sociale? Qualche settimana fa è stato Carlo Cracco con l’iniziativa di “Ultima Generazione” in Galleria a Milano, che ha protestato nel suo ristorante milanese, occupandolo, contro le diseguaglianze rappresentate, secondo i manifestanti, da pranzi e cene costosissime in Galleria.
Il problema non è chi vende un prodotto a un prezzo alto (se c’è fortunatamente un mercato). Il problema è che sempre più persone non riescono nemmeno a permettersi la spesa al discount. E questo sì che dovrebbe indignarci.
Quand’è successo che abbiamo iniziato a credere che l’esistenza di un ristorante di lusso sia la causa della povertà? Quando abbiamo cominciato a pensare che siano i pasticceri e gli chef stellati a dover rispondere delle scelte politiche ed economiche del Paese? Non sono loro i responsabili delle disuguaglianze sociali.
Semmai, vivono in un sistema che quelle disuguaglianze le produce ogni giorno. Come tutti noi.
Attaccarli per ciò che rappresentano, il successo, la qualità, il prezzo alto. È una scorciatoia. Facile, immediata, virale. Ma inutile. Perché mentre ce la prendiamo con un uovo di cioccolato da 80 euro, dimentichiamo di guardare chi davvero ha il potere di cambiare le cose e ogni giorno non lo fa, voltandosi deliberatamente dall’altra parte.
Iniziamo buona lettura!
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💭 Un caffè con l’Intelligenza artificiale
Netflix lancia il suo strumento di ricerca basato sull'IA generativa. E testa video verticali per dispositivi mobili.
Basterà chiedere il tipo di film o serie tv che desidera, senza dover ricordare attore, regista o titolo: la richiesta sarà elaborata da ChatGPT. Cambia l’interfaccia dell’app mobile, ispirata a TikTok, si potenzia OpenConnect, per i contenuti in diretta. C’è sicuramente un film, una serie tv, uno show fatto apposta per noi, ma spesso non riusciamo a trovarlo. Il problema delle piattaforme di streaming video non è la scarsità di contenuti, quanto semmai l’eccesso: così Netflix annuncia oggi una collaborazione che prova a rivoluzionare la fruizione ragionata di contenuti. La nuova funzionalità di ricerca utilizza ChatGPT di OpenAI per offrire un'esperienza di scoperta di contenuti conversazionale, consentendo agli utenti di descrivere ciò che stanno cercando in linguaggio naturale.
Ma non è l'unica novità rilevante: il gigante dello streaming si sta appunto anche lanciando nel territorio di Instagram Reels e TikTok. Vai alla fonte.
E tu, che cosa ti sei perso? 🤗
Il servizio non è servitù
Nel servizio di sala si gioca molto più di un semplice lavoro: c’è gerarchia, rappresentazione, desiderio, sottomissione, identità. In un saggio lucido e personale, su Rivista Studio, si parte dal libro fotografico A Study on Waitressing di Eleonora Agostini per esplorare quanto l’atto di “servire” sia profondamente legato alla costruzione di sé, al genere, e alla fatica invisibile della cura. È un mestiere che cambia le abitudini, le giornate, il corpo. Può essere una delle peggiori forme di sfruttamento. Ma fatto nelle giuste condizioni, è un lavoro di cura che sa rivelarsi appagante.“Some mothers come to like waiting”, scrive Joanna Walsh.
Mi chiedo quante volte ho dato per scontata l’attesa degli altri. E quante volte ho scambiato la cura per una semplice abitudine. Da leggere, con calma:
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Il prossimo orto sarà nello spazio
La startup italiana Space V ha sviluppato una serra spaziale dinamica per coltivare frutta e verdura fresca durante le missioni nello spazio. Il sistema, chiamato Adaptive Vertical Farm, è efficiente, compatto e riduce il consumo energetico fino al 43%. Questa innovazione migliora l’autonomia alimentare e il benessere psicologico degli astronauti. Vai alla fonte
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Mangiamoci una pizza!
Nel 2024, il consumo di pizza in Italia è aumentato, con un incremento del 3,7% nelle vendite di pizze surgelate, che hanno raggiunto quasi 66.000 tonnellate. Parallelamente, il numero di pizzerie è cresciuto del 2,5%, superando le 130.000 unità. Questo trend riflette una crescente domanda sia per la praticità delle pizze surgelate che per l’esperienza offerta dalle pizzerie tradizionali. Vai alla fonte
Proteine alternative e sostenibili
La Startup sudcoreana INTAKE raccoglie 9,2 milioni di dollari per sviluppare proteine alternative a base di lievito tramite fermentazione di precisione. L’obiettivo è produrre ingredienti sostenibili per il mercato globale. Un passo avanti per il food-tech.. Vai alla fonte
Il true crime come uno specchio
Dai TikTok con ricette e cold case alle serie Netflix che sbancano, il true crime è ovunque. Un genere che seduce, inquieta e consola, mescolando realtà e finzione per raccontare il lato oscuro della società — e di noi stessi. Per molti, specialmente donne, rappresentano una sorta di manuale di autodifesa. Per altri, soddisfano un interesse socio-antropologico sui lati oscuri dell'animo umano. Ma c'è anche una componente più profonda: in un'epoca di sfiducia verso le istituzioni, il true crime alimenta comunità di "detective amatoriali" pronti a trovare verità nascoste.
Ma cosa ci dice questa fascinazione? E quale prezzo paghiamo nel trasformare tragedie vere in intrattenimento? Vai alla fonte
Guida ai concerti con più spettatori della storia
Con l’estate alle porte, per molti di noi si riapre finalmente la stagione dei concerti.
C’è però chi queste sensazioni le ha vissute all’ennesima potenza, partecipando a live leggendari che hanno riscritto la storia della musica — momenti irripetibili, entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo. Scopri quali. Vai alla fonte
Habemus Pasta!
Pochi ingredienti, moltissimi simboli. Burro, parmigiano e un silenzio carico di attesa: è la pasta del Conclave, piatto leggendario che accompagna da secoli le giornate chiuse dei cardinali durante l’elezione del Papa.
Un rituale non ufficiale, ma carico di significati — tra digiuno, clausura e strategie (anche culinarie) per far uscire in fretta la fumata bianca.
Cosa c’è davvero dietro questo piatto tanto semplice quanto evocativo? Vai alla fonte
Dal mio feed! 📱
I tuo medico ti ha mai prescritto passatempi?
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I 120 anni del ghiacciolo
AAA cercasi galline in affitto
In cuffia e in video 🎧
Nel trentennale della scomparsa di Kurt Cobain, è arrivato un podcast che non parla di lui, ma con chi lo ha davvero incontrato. Un road movie sonoro che segue i Nirvana lungo il loro passaggio in Italia, tra locali che hanno fatto storia, furgoni scassati, palchi incandescenti e incontri irripetibili che hanno segnato i protagonisti. Dal Bloom di Mezzago al Piper di Roma, fino ai grandi palazzetti del tour '94, Ho conosciuto Kurt Cobain ricostruisce quegli istanti irripetibili con interviste, suoni d’archivio e testimonianze di chi c’era davvero: tour manager, promoter, giornalisti, musicisti, gestori di locali… e soprattutto i fan. La ascolti qui
Forse non sapevi che 💥
L’universo del Web
Jan Robert Leegte è un artista olandese impegnato nella ricerca sugli intrecci tra arte e tecnologia sin dagli anni Novanta. È stato uno dei primi a realizzare progetti di net art e a intrecciare dimensione fisica e virtuale attraverso una serie di sculture ispirate alle barre di scorrimento delle finestre del browser. Il suo ultimo progetto, intitolato semplicemente “Web”, è un’opera generativa composta di 1000 pagine registrate sulla blockchain Ethereum. Tutte le pagine e i collegamenti tra di esse formano quello che l’artista chiama “un universo deterministico”.
Scopri di cosa sto parlando qui!
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Non avere paura che i tuoi sogni, siano “troppo” per i tuoi passi.
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Aprila e buona lettura
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A presto,
Alessandro
Conosco benissimo quella sensazione what the hell... Bentornato!
PS: il link al true crime è sbagliato, Porta a Scatti di gusto.