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Oggi arriviamo all'ultimo metodo, che chiude questo ciclo di newsletter tematiche. Il metodo del 3+3+3.
Un metodo dedicato a chi spende le sue giornate lavorative, prevalentemente al computer, tra brainstorming, email, parole, interruzioni e che si scontra con l’onnipresente sfida di provare ad organizzarle tutte. L’idea ci arriva di Oliver Burkeman, giornalista del Guardian e autore della rubrica e newsletter This Column Will Change Your Life e del libro "Come fare per avere più tempo".
L'autore studia e analizza il pensiero di filosofi, studiosi, antichi monaci e artisti per aiutarci a eliminare l’ossessione di voler e dover fare sempre tutto. Inoltre, mira a sradicare i nostri ideali moderni di ottimizzazione del tempo per ripartire da una concezione di produttività più sostenibile, focalizzata sul vivere nel momento presente e goderci ciò che la vita ha da offrire oggi.
Come funziona il metodo?
Tre ore sul progetto più importante: Concentrati su quello che conta davvero, stabilendo un obiettivo chiaro per la giornata. Non pensare di poter fare miracoli: tre ore di lavoro profondo sono più che sufficienti.
Tre task brevi e urgenti: Hai una lista di cose veloci che rimandi da giorni? Falle adesso. Includi qui chiamate, mail, o quei compiti "accolli" che preferiresti evitare.
Tre attività di manutenzione: Qui entra tutto ciò che ti aiuta a mantenere equilibrio e benessere, dalle passeggiate, all'ascolto di un Podcast, la lettura di un libro al journaling mattutino (altro tema che sto provando a fare, per ora con scarsi risulati). Un mix tra routine, cura personale e gestione delle piccole cose e ordinaria amministrazione. Sono quest'ultime che alla fine contano più di altre a fine giornata non trovi?
Spiegone
I principi che guidano l’approccio di questa regola sono paradossalmente molto semplici. Non sovrastrutturare la tua giornata. Il 3+3+3 ti invita a concentrarti su quello che conta senza pretendere di fare tutto, ma garantendo progressi continui. Se ti sembra troppo poco, tieni presente la famosa Legge di Hofstadter: "Un compito richiederà sempre più tempo del previsto". Quindi meglio partire con obiettivi realistici che generino uno slancio positivo una volta terminati. La cosa più rivelatrice del metodo, secondo l’autore, è il modo in cui funziona come una forma di "pazienza attiva", che lo addestra ad essere soddisfatto di ottenere di meno in ogni singolo giorno, come un modo per ottenere di più a lungo termine. Tutto il contrario che il modello di società cerca di imporre, facendoci sentire sempre eternamente insoddisfatti o, peggio ancora, frustrati.
Nella nostra società, e in generale a partire dalla nascita del capitalismo, si è iniziato a considerare il tempo come uno strumento di scambio per arricchirsi, generando in noi la pressione psicologica di dover fare sempre più cose per non sprecare neanche un minuto. Questo ci porta a essere stressati e ad avere la sensazione di non avere mai abbastanza tempo.
Perché solo tre ore di lavoro profondo?
La verità è che non siamo fatti per lavorare intensamente per ore e ore. Perfino menti brillanti come Darwin e il matematico Poincaré non superavano le tre ore di lavoro concentrato al giorno. Il vero trucco è accettare i nostri limiti e imparare a essere più gentili con noi stessi. Questa è l'enfasi che sfugge, credo, nell'attuale trend di confronto sul tema del superlavoro e sul burnout. Se da una parte il sistema esige troppo da noi, dall'altra noi stessi alimentiamo questo circolo vizioso, spingendoci sempre oltre i limiti delle attività quotidiane.
Oliver Burkeman è un autore che si distacca dal classico approccio alla produttività, proprio perché va nella direzione contraria; non mira a insegnarci come fare di più, ma come fare meno, accettando la finitudine e spingendoci a goderci la vita.
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