Mantenere credibilità e rilevanza è possibile solo per le aziende che sono disposte a correre dei rischi, impegnandosi fino in fondo per avere un impatto positivo nella società e sulla vita delle persone. Ci sono istanze di tipo sociale, ambientale e culturale che richiedono risposte immediate e nei confronti delle quali le aziende non possono restare indifferenti. Le nuove pluri menzionante generazioni di consumo sono particolarmente attente a questi problemi e hanno delle aspettative specifiche dalle marche che scelgono di acquistare. A distinguersi sempre di più saranno, dunque, quelle aziende che riusciranno a rispondere, andando oltre la crescita del proprio fatturato, dimostrando ai consumatori un impegno reale nei confronti delle varie problematiche che li preoccupano. Quelle aziende capaci di farli sentire parte di un progetto più grande. Mi sono imbattuto qualche tempo fa, in un contenuto Social Media di Patagonia con un messaggio insolito per qualsiasi azienda: “ci interessa cosa indossi, non da chi lo compri”.
La frase in questione faceva riferimento all’iniziativa del brand di sostituire il neoprene con la gomma naturale per ridurre l’utilizzo di materiali derivanti dal petrolio nella produzione dei propri capi. Nel 2012, Patagonia aveva lanciato la prima muta da surf a base vegetale senza neoprene, e deciso di condividere la soluzione tecnica (la bio-gomma Yulex) con l’intero settore dell'abbigliamento per surfisti.
Attualmente ci sono diversi brand che hanno deciso, di conseguenza, di usare questo materiale, ma pur trattandosi di marche competitor dirette (esempio Billabong), Patagonia li menziona nei propri contenuti promozionali, presentandoli come una scelta di acquisto ugualmente valida, perché sostenibile.
L'azienda sfrutta si un contenuto Social Media, per portare traffico al proprio e-commerce, ma allo stesso tempo ci dice che il loro brand può essere sostituito e questo non rappresenta un problema. Crea un cortocircuito di comunicazione, atto a dimostrare quanto una causa determinata stia a cuore all'azienda (nello specifico caso la salvaguardia dell'oceano).
Ed è ciò che i brand devono essere disposti a fare: rischiare per un bene superiore. Affinché vendere un prodotto non significhi necessariamente creare o tracciare ulteriori diseguaglianze.
Ciao, sono Alessandro e con la mia agenzia, aiuto aziende e professionisti a rendere i loro brand significativi e memorabili. Vuoi qualche consiglio?
Facciamo una chiacchierata, scrivimi qui. ✍🏻
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Mi chiamo Alice, e sono Founder insieme al mio compagno di A Gipsy in the kitchen - un contenitore di viaggi, ricette e tutto ciò che rende la vita “amorosa”. si perchè anche se sembra una frase fatta è l’Amore che mi ha sempre guidato nelle scelte che ho fatto. E che mi guarisce da ogni ferita, laddove a volte le ferite sono profonde trovano la via di guarigione proprio nel piacere di ricordarci di vivere le piccole gioie quotidiane.
Raccontiamo di viaggi che facciamo a bordo del nostro van anni 80 che si chiama Otto. Conosciamo i paesi che scegliamo di esplorare attraverso il cibo, e con questi nuovi ingredienti creiamo ricette nella nostra cucina milanese dove ospitiamo supper club per i nostri lettori.
Da 18 mesi sono mamma di Luce dopo un percorso in salita fatto di pianti e difficoltà ma che rifarei subito perchè mi ha portato la mia meravigliosa bambina. E sono mamma anche di due bambini pelosi - Brie e Baku- due meravigliosi incroci di 30 kg ciascuno che abbiamo adottato in Irpinia quando erano stati abbandonati in una scatola una notte di dicembre di 8 anni fa ( brie) e 4 anni fa ( baku).
Sono sempre stata una ansiosa fatta e finita e la maternità ha scatenato in me oltre che voragini di amore anche tornadi di ansia che ho deciso di gestire raccontandogli in un podcast settimanale con la mia amica Nicoletta ( ndr: Nicoletta Moncalero - giornalista e donna strepitosa) : ci trovate su Spotify come “Le Ansiose”.
Ho scritto tre libri e ne sto scrivendo altri due. Ho aperto con il mio compagno Alessandro un piccolo shop che ci piace definire come lo shop del conforto - ovvero troverete tutto ciò che vi vorreste regalare in un giorno di pioggia per riscaldarvi dalle piccole turbolenze della vita: nel piccolo deli virtuale trovate marmellate e composte, e proseguendo nei meandri virtuali di questa nostra piccola “tenda” sarete accolti dai profumi delle nostre candele, dalla morbidezza delle coperte e dei maglioni e da piccoli gioielli disegnati da noi e realizzati da artigiani italiani.
Mi sveglio ogni mattina alle 5.30 per far fronte alla serie di impegni che richiede una vita così, e alle 8.30 mi dedico poi per tutto il giorno alla nostra bimba e ai nostri cani, sempre con uno sguardo al telefono e mille sensi di colpa che estinguo accendendo sempre una candela sulla scrivania così da ricordarmi di essere presente nel momento.
Il caffè lo prendo lungo in tazza grande con acqua calda a parte: rigorosamente alla vaniglia e senza zucchero. Mi curo e mi conforto con grandi tazze di tè al gelsomino e limone e coltivando il mio piccolo orto urbano tra aceri, limoni, zucche e piante aromatiche.
E tu, che cosa ti sei perso? 🤗
La prima tazza di caffè ☕
Il futuro dell’industria non è digitale
Le sfide che interessano l'industria odierna sono simili in tutto il mondo. L'acquisizione di valore attraverso l’automazione è al primo posto, in particolare per le aziende che si affidano alla produzione, alle fabbriche o alle catene di approvvigionamento. I macchinari possono essere un via di accesso al valore, ma l'acquisizione del valore reale non può essere conseguita attraverso la sola tecnologia. L'input della macchina deve essere convertito contestualmente da informazioni della forza lavoro. Solo adattandosi costantemente alle circostanze, ai mercati e ai modelli di business, è possibile acquisire conoscenza per creare valore. Tuttavia, automazione e trasformazione digitale sono viste su piani differenti. L'automazione si riferisce spesso all'efficienza della tecnologia, mentre il digitale punta alla produttività e, solo occasionalmente, al software operativo. La forza lavoro si perde nel mezzo. Nessuno sembra essere disposto a creare tecnologie più semplici da usare. Perché?
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Il Greenwashing Dal Punto Di Vista Legale
Evitare il greenwashing non richiede l’attesa di un prodotto perfetto. Significa adottare una comunicazione onesta e trasparente. È sempre più alta l’attenzione verso la controversa tecnica di comunicazione che tenta di capitalizzare la crescente domanda di prodotti e comportamenti a basso impatto ambientale, accendendo i riflettori su azioni di brand e aziende che in realtà non sono autentiche, ma promosse al solo scopo di mostrarsi più “sostenibili”. Una pratica dietro cui possono nascondersi rischi di business importanti. Ecco dunque un vademecum legale, con tanto di casi concreti, per comprendere al meglio quali misure si stiano attuando per inibire questa abitudine. Leggi l’approfondimento
Dolcetto o scherzetto?
Halloween è da sempre qualcosa di “magico” per il mercato: i più piccoli diventano i “driver di acquisto” per le marche di dolciumi o di travestimenti, e i brand di cosmetici possono dar sfogo alla creatività mostrando terrificanti modi di utilizzare i soliti make-up. Il 31 ottobre è passato, ma per le aziende non passa mai la voglia di stupire. Ecco una raccolta delle migliori campagne a tema Halloween.
“Pet Influencer” in ascesa, hanno attirato l’attenzione dei brand di moda
L'ultima star in prima fila alla New York Fashion Week ha stretto accordi commerciali con Nordstrom e Mejuri e ha appena pubblicato il suo primo libro. Questa influencer, di nome Boobie Billie, cammina a quattro zampe e abbaia.
Sulla scia di un segmento in forte espansione, cani e gatti con seguito sui social media, hanno attirato l'attenzione dei marchi del lusso tra cui Gucci, Celine e Christian Louboutin, che vogliono un pezzo di questo settore in crescita. Leggi di più
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Sei curioso di sapere come un'azienda con una capitalizzazione di oltre 2.000 miliardi di dollari, scriva testi che attirino la tua attenzione e ti inducano spesso ad acquistarla? Ecco le 13 tecniche di copywriting persuasivo di Apple
Sviluppato un modello di intelligenza artificiale che traduce istantaneamente la lingua dei segni americana in inglese
Priyanjali Gupta, una studentessa di ingegneria del Vellore Institute of Technology (VIT) del Tamil Nadu, ha creato un modello di intelligenza artificiale in grado di tradurre in tempo reale la lingua dei segni americana in inglese.
Il Fear-setting: un percorso in 7 step di Tim Ferris
Si tratta di una serie di domande che è bene farsi nel momento in cui abbiamo paura di fare un salto, piccolo o grande, verso l’ignoto, fuori dalla nostra comfort zone. Mi ricorda molto la visione del mondo che fu di Epitteto e di Seneca e dello stoicismo. Leggilo qui
Che problema abbiamo noi italiani con il burro di arachidi?
Molti di noi lo associano ad un cibo spazzatura americano, nel contempo accettiamo però le creme spalmabili più complesse e industriali, e non abbiamo interesse nello scoprire che il burro di arachidi è di fatto un prodotto nutriente e ricco di proprietà.
Spalmalo qui
I tool che ho usato questa settimana 🛠
Loom è un’estensione di Chrome che permette la registrazione gratuita di video tutorial del proprio schermo e condividerli. Ci permette di mantenere anche un contatto visivo “vero” con i nostri utenti, inserendo un’icona per la webcam, in modo da far vedere il video di chi sta parlando, rafforzando il senso di autenticità.
L’acronimo OKR significa Objectives and Key Results, in italiano obiettivi e risultati chiave. È un efficace metodo di definizione degli obiettivi e di monitoraggio dei progressi, utile per coinvolgere un team o i membri di un’azienda. Qui trovi un ampio elenco di OKR per ispirarti e scrivere i tuoi (si possono applicare a qualsiasi attività).
Ti mando la posizione - Dove Mangiare 📍
Non esiste un modo semplice di definire una cena da Carlo Cracco, lo stupore nel cogliere abbinamenti inattesi che fino a quel momento avevamo solo immaginato, il piacere di un servizio attento e ben condotto. L’accoglienza. È stato un viaggio. Si, perchè quando varchi quella soglia, ci vieni per sperimentare, lasciarti conquistare dalle contaminazioni, dai sapori. Un percorso da poco più di un’ora e mezza, accompagnato dalla gentile presenza del personale in sala, che ci ha saputo coinvolgere con informale cura durante il percorso. Te ne parlo qui!
Nella mia cucina 👨🏼🍳
Oggi vi porto idealmente in Thailandia: noi amanti della Schiscetta, amiamo la pausa pranzo in movimento, lo sapete bene. Vi racconto una curiosità, lo sapete come fanno colazione gli autoctoni in Thailandia? I turisti del luogo in genere fanno colazione con frutta esotica o con qualche snack, i thai invece tendono a mangiare riso. I piatti più comuni sono infatti a base di riso, ma ci sono anche alcuni piatti di carne o pesce da colazione! Dipende dalla località in cui vi troverete, ma potete trovare tranquillamente dei thai che mangiano delle specie di omelette col riso, i khao khai chiao, zuppe di riso e carne come il khao tom, il nam taohu (latte di soia servito con una gelatina).
Non vi dico di fare altrettanto, potete proseguire con i vostri plumcake e biscotti con caffè, ma per un pranzo diverso, perché no, ecco una ricetta semplice e d'effetto. Seguitemi in cucina!
In cuffia 🎧
Rumore. Il caso di Federico Aldrovandi" è un podcast che tratta la storia di Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni morto a Ferrara il 25 settembre 2005 durante un controllo di polizia. Un podcast che dà voce al padre, agli amici, all’avvocato che ha rappresentato la famiglia e ad altre persone testimoni della vicenda giudiziaria e mediatica che si è scatenata in seguito al decesso del ragazzo. L’eredità che lascia questa storia, conclusa a livello giudiziario ma che presenta ancora alcuni lati oscuri.
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
In un mondo polarizzato dai Social Media, non cercare consensi ma cerca la critica. Anziché rincorrere l’approvazione generale, fatti domande del tipo: “Cos’è che non funziona?” - “Come posso migliorare il mio lavoro?”. Avrai molte più possibilità di ricevere un parere costruttivo e imparziale. Farai ugualmente in tempo ad ignorare i commenti che non ti convincono.
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Aprila e buona lettura
A presto,
Alessandro
Interessante il pezzo sul futuro non digitale dell'industria. Suona come una provocazione, ma sono stati in tanti (troppi) a dimenticarsi dello human factor. E sento sempre meno spesso parlare di formazione, valore, crescita. Uno scenario sconfortante.