PANE BURRO E CAFFEINA #67 ☕
Quando il dipendente è il tuo influencer
A volte sparisco, ma ritorno sempre. Ho preso una boccata d'aria, mi sono informato e ti ho pensato.
La newsletter deve essere un momento di crescita personale per avviare un dialogo costruttivo con te che mi leggi ogni settimana e non voglio viverlo come una scadenza, ma un piacere nell'attesa di ritrovarci.
Bentornato a te, riprendiamo da dove eravamo rimasti.
“I clienti non vengono prima. I dipendenti vengono prima di tutto. Se ti prendi cura dei tuoi dipendenti, loro si prenderanno cura dei clienti”. Così ha detto Richard Branson, a capo di Virgin.
Non è una novità. A scommettere su questa narrazione già nel lontano 1972 è stato l’economista Philip Kotler, che sosteneva come il marketing fosse diventato rilevante per tutte le aziende nelle loro relazioni con il pubblico interno, non solo con i clienti. Ma oggi, tra social e stream video, in che modo inserire nel flusso di comunicazione quei collaboratori diventati ora veri influencer?
Oggi la comunicazione interna si presenta come un modello tridimensionale complesso e multiforme. Con l'avvento dei social media, tutto è diventato più complicato, anche i dipendenti hanno assunto un ruolo da protagonisti. Questa è la visione di Adrienne Hoyt, responsabile della comunicazione interna alla CNN che ho letto all'interno di un articolo su IlSole24Ore. Mai come ora, lo storytelling interno è strettamente legato alla proliferazione dei canali digitali in un contesto ibrido che elimina i confini tra le organizzazioni. Siamo entrati in un'era dove i dipendenti, con il loro super potere nascosto, diventano autentici influencer.
Questo rappresenta un valore prezioso che può amplificare la reputazione dell'azienda.
Non sorprende che la comunicazione interna sia diventata sempre più strategica non solo per i piani di business, ma anche per il suo posizionamento. Negli Stati Uniti, una recente ricerca condotta da Staffbase ha coinvolto 1.600 professionisti della comunicazione interna, rivelando che per il 69% degli intervistati, il loro lavoro nel tempo ha acquisito maggiore importanza all'interno dell'organizzazione e viene percepito in modo differente anche dal management.
Non è un caso che una delle prime azioni di Mark Zuckerberg con il rebranding in Meta sia stata quella di trasformare i dipendenti in "Metamates". Questo termine è stato coniato da Douglas Hofstadter, docente di scienze cognitive all'Università dell'Indiana, e lo slogan è stato condiviso su Twitter da Andrew Bosworth, Chief Technology Officer di Facebook, spiegando che si ispira a una frase del linguaggio navale.
Influencer in azienda
Il Centre for Employee Relations and Communication dell'Università IULM di Milano ha avviato una ricerca sul ruolo degli influencer interni e sulle strategie di employer branding e ambassadorship. La tesi è che gli stakeholder ritengono che i comportamenti di comunicazione dei collaboratori siano più autentici delle comunicazioni ufficiali dell'azienda. "La pandemia - afferma Alessandra Mazzei, Direttrice del Centre - ha segnato un punto di svolta. Il distanziamento ha evidenziato l'importanza delle relazioni e della comunicazione, elementi fondamentali dei sistemi organizzativi, che hanno mostrato la loro forza e vitalità quando la realtà fisica è venuta meno. Di conseguenza, le richieste di supporto agli uffici di comunicazione interna sono aumentate".
Il Monitoraggio IULM e il worksphere
"Dal nostro monitoraggio continuo - aggiunge Mazzei - è emerso che questa comunicazione è diventata più concreta, mostrando un'utilità immediata e rispondendo tempestivamente ai bisogni. È diventata più autentica, priva di spazio per la comunicazione celebrativa e rituale, e più coerente con la comunicazione esterna, sfumando le differenze. Queste caratteristiche segnano un percorso verso il consolidamento della funzione di comunicazione interna e l'affermazione del suo ruolo strategico. Il ritorno parziale in smartworking o totale sul posto di lavoro- analizza ancora la direttrice dell'Osservatorio che coinvolge una quindicina tra le maggiori realtà italiane (Campari, Cromology, E.ON, Edison, Eni, Unipol, MM, Sanofi, Sella, Snam, Takeda, Unicoop, Vodafone e Whirlpool) - sta facendo emergere il worksphere, un ambiente di lavoro supportato dalle tecnologie digitali. In questo contesto, la partecipazione attiva dei dipendenti è cruciale per la tenuta del sistema stesso, più tecnologia richiede un tessuto relazionale più occorre un coinvolgimento diffuso.
Una Crisi di Credibilità
"Le fonti di comunicazione ufficiali - avverte Mazzei - soffrono di una forte crisi di credibilità. La voce ufficiale delle aziende mantiene una grande importanza, ma è fondamentale che l'intero sistema si faccia sentire, soprattutto valorizzando le reti di comunicazione interpersonali. Gli ambassador interni sottolineando dove possibile le potenzialità della comunicazione personale: la capillarità, la credibilità della testimonianza in prima persona e il coinvolgimento in coloro che sono coinvolti direttamente". La cultura aziendale passa da questi meccanismi.
Se l'organizzazione rappresenta lo scheletro, l'informalità rappresenta il sistema nervoso centrale che guida i processi di pensiero collettivo, le azioni e le reazioni delle unità aziendali, come hanno scritto David Krackhardt e John Edwin Hanson della Carnegie Mellon University.
Ma esistono degli effetti collaterali e vanno sempre considerati
Ma attenzione, non è tutto oro ciò che luccica, anche e soprattutto sui social lo abbiamo visto insieme nel tempo. Gli influencer interni possono persino sabotare le organizzazioni, minando le loro funzioni dall'interno. "Possono aumentare la complessità e, se decidono di lasciare, provocare un effetto valanga difficile da gestire", afferma Alex Bourgeois, uno dei primi blogger orientati all'internal marketing.
Esiste un altro fenomeno legato agli influencer esterni che entrano all'interno delle aziende con delle funzioni. Ad esempio il divorzio tra Adidas e Kanye West, ora noto come Ye, entrato come consulente del brand di abbigliamento sportivo come designer e mandato via dopo i suoi spiacevoli commenti antisemiti. È fondamentale in questo caso la modalità adottata per individuare gli ambassador: possono proporsi volontariamente oppure essere individuati e invitati dall’azienda in funzione dell'aderenza con il brand.
Costruire un programma di ambassadorship è un’opportunità per l'azienda ma anche e soprattutto per dare rilievo a gruppi di dipendenti che spesso non hanno occasione di visibilità e più in generale un modo per contribuire a costruire una cultura aziendale diffusa, coltivando la libertà di espressione. "attenzione però a ridurre tutto ad un modo di veicolare messaggi preconfezionati e pilotati, che annullerebbe l’efficacia”, conclude Mazzei.
Anche perché dal metterci la faccia al perderci la faccia il passo è breve, e sui social in fondo lo è ancora di più.
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Edward Snowden: “OpenAI intende tradire ogni persona sulla terra”
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La legge europea sul controllo delle chat e la scansione dei tuoi messaggi
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Sempre più persone evitano le notizie di attualità.
Secondo uno studio globale del Reuters Institute dell’Università di Oxford, quasi quattro persone su 10 (39%) in tutto il mondo affermano che a volte o spesso evitano deliberatamente di informarsi perché farlo li fa sentire depressi, afflitti o annoiati. Nel 2017 la percentuale era del 29%. Vai alla fonte
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In Svezia l'assenza di contanti ha fatto alzare la criminalità.
Secondo un sondaggio della banca centrale svedese, nel 2022 solo l’8% degli svedesi ha dichiarato di aver utilizzato contanti per pagare l'ultimo acquisto fatto. Stando al Fondo monetario internazionale, insieme alla vicina Norvegia, la Svezia ha il numero più basso di sportelli bancomat pro capite in Europa. Ma la prevalenza di BankID gioca un ruolo nella vulnerabilità "digitale" dell'economia del Paese.
Utilizzando complesse reti di aziende fake e falsificando documenti per ottenere l’accesso al sistema di welfare svedese, sofisticati truffatori hanno trasformato la Svezia in una “Silicon Valley per imprenditoria criminale", con gravi ripercussioni anche sull'aumento della violenza armata. Vai alla fonte
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La possibilità di registrare e inviare messaggi vocali quando si chatta con qualcuno è stata introdotta nelle app di messaggistica più importanti da più di un decennio. In Europa i vocali sono da tempo molto comuni tra chi usa WhatsApp, mentre negli Stati Uniti li usano massicciamente soltanto da due o tre anni. Eppure, nonostante la loro ubiquità, rimangono una forma di comunicazione piuttosto divisiva. C’è chi li trova maleducati o addirittura li odia profondamente, al punto da cancellarli senza ascoltarli quando li riceve o segnalare nel proprio stato di WhatsApp che non desidera assolutamente riceverne uno. Altri li apprezzano perché più comodi e più intimi di un messaggio di testo, ma meno impegnativi di una telefonata. Chi ha ragione?
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Un vino invecchiato 2000 anni conservato in Spagna.
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I tool che ho usato questa settimana 🛠
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In cuffia e in video 🎧
Nella Setta Cinque milioni di italiani ogni mattina si alzano, e hanno un segreto: sono membri di un'organizzazione settaria. Alcuni appartengono a comunità fisiche, altri a realtà internazionali, altri ancora a gruppi misteriosi ed esoterici. Una volta al mese, Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni ti racconteranno l'occulto italiano attraverso analisi oggettive, documenti inediti e testimonianze esclusive La ascolti qui
Forse non sapevi che 💥
Testa o croce?
Esiste una moneta da 3 euro coniata dal governo per celebrare il G7 e l'impegno sull'intelligenza artificiale. Non si tratta di uno scherzo, ma è la moneta celebrativa della settima presidenza italiana al G7. Il 2024 è l'anno dell'Italia. Che ha voluto celebrare l'evento con una moneta. Nel dritto troverete rappresentata l'Italia verso il futuro, coronata appunto dall'intelligenza artificiale, mentre nel rovescio invece compare un maestoso ulivo secolare, emblema della nostra terra. Leggi di più
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Dai sempre il miglior significato ad ogni situazione per te stesso . Stabilisci il tuo vantaggio competitivo per ogni cosa che può capitare (soprattutto quelle negative), l’insegnamento.
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Alessandro