"C’è chi si commuove per il profumo di un fiore. A me succede davanti a un mucchietto di banconote". Si presenta per quello che è Gene Simmons, mente e regista geniale della band diventata brand: i Kiss. Quarant’anni di carriera, 102 milioni di album venduti, 5 mila concerti e 3.200 licenze per l’utilizzo del marchio Kiss su prodotti che vanno dal pigiamino per neonati alla bara per l’ultimo viaggio. Il loro marchio, il loro catalogo e tutta la loro proprietà intellettuale sono stati recentemente acquistati per una cifra stimata in 300 milioni di dollari. È la società svedese Pophouse Entertainment Group la felice proprietaria di tutto ciò che Gene Simmons e Paul Stanley hanno costruito con la formazione del famoso quartetto dal 1973. Per fare un confronto, Justin Timberlake ha venduto il suo catalogo musicale nel 2022 per 100 milioni di dollari e il catalogo musicale di Michael Jackson è stimato in 600 milioni e quello dei Beatles in un valore che si avvicina al miliardo di dollari.
D’altronde per i due settantenni non è facile lasciare andare il loro bambino. Anzi, potremmo dire che il lasciare andare non è la qualità principale della band. Va detto che hanno iniziato il loro (primo) tour d’addio nel 2000, ma lo scorso Novembre si sono esibiti al Videotron Center e al Bell Center, 23 anni dopo. Ma chi sono i Kiss?
"I KISS non sono una grande band, i KISS non sono mai stati una grande band, i KISS non saranno mai una grande band, e sono felice di aver fatto tutto quello che potevo per tenerli lontani dalla Rock'n'Roll Hall of Fame"
Così disse Dave Marsh, giornalista che fu una delle persone chiave per l'assegnazione del riconoscimento.
In quel momento i Kiss avevano già venduto gran parte dei 102 milioni di album venduti, che li hanno resi uno dei gruppi di maggior successo della storia.
"Sono degli attori, non hanno talento musicale, i loro concerti sono baracconate, sono dei buffoni, nullità in makeup", sostenevano i loro detrattori.
Ovviamente, dopo quasi 40 anni, nella Rock’n’Roll Hall Of Fame, ci sono entrati senza fare troppo clamore.
All’inizio degli anni ’70, i Wicked Lester erano soltanto l’ennesima rock band di New York, pronti a mollare tutto per un successo che sembrava non arrivare mai. Poi cambiarono completamente look, nome e presenza scenica.
Decisero di chiamarsi KISS e nel giro di una manciata di anni rivoluzionarono il mondo del Rock ’n’ Roll.
Ma tutto questo non accadde perché erano musicisti incredibilmente più talentuosi degli altri. Nel settore c’erano persone forse anche più brave di loro dal punto di vista strettamente tecnico. Tuttavia, i KISS capirono che per avere realmente successo nello showbiz dovevano emergere in maniera forte ed essere notati dalle persone.
Il loro obiettivo era quello di rendere i loro concerti dei veri e propri spettacoli carichi di adrenalina, di effetti speciali e teatrali.
Non hanno inventato il marketing, non hanno inventato un genere. Ma sono stati tra i primi e i più scaltri a utilizzare la pratica della polarizzazione per trarne profitto.
Hanno diviso gli appassionati di musica su tutto, dallo stile all'estetica, alle prese di posizione.
Il patto con il Diavolo, invocato a più riprese, senza essere satanisti.
Il logo KIϟϟ con le due "s" che richiamano il nazismo, pur non essendo per nulla vicini a quelle ideologie
Il trucco e lo stile di Alice Cooper e New York Dolls, ma reso personale.
I concerti trasformati in spettacoli pirotecnici e pieni di effetti speciali
La vendita di oggettistica non riconduncibile direttamente con la musica ma legata al loro brand, iniziata con fumetti e action figures nei concerti e proseguita con Hello Kitty, le lunchbox per bambini, le bare, i preservativi ecc. (il loro trucco è un marchio depositato NDR)
Le dichiarazioni ad effetto, offensive ed esagerate, che facevano cacciare (temporaneamente) i membri della band da radio e trasmissioni tv
Le persone inorridivano ma i loro fan crescevano.
Ora, non sto dicendo che ti devi pitturare la faccia di bianco e nero e tirare fuori il tuo demone, ma sicuramente il primo pensiero che dovresti avere quando vuoi lanciare un progetto o valorizzare ciò che stai già facendo è trovare il modo di rendere il tuo prodotto o servizio differente da chiunque altro.
Quando non è in tour con i suoi Kiss, il Sig. Simmons va in giro, ospite delle più grandi e prestigiose università americane per raccontare agli studenti di economia, le sottili strategie che si celano dietro la costruzione di un marchio vincente.
"I Kiss con la loro immagine e i concerti pirotecnici sono il satellite intorno a cui ruota il resto del business. Business che si rivolge a un paio di milioni di hard fan nel mondo. Sono uomini e donne che abbiamo coccolato nei decenni. Organizzando decine e decine di convention in tutto il mondo per incontrarli e farli incontrare fra loro. Molti sono stati ospiti dei nostri leggendari 'meet and greet' prima dei concerti. Li accogliamo nei camerini, ci facciamo fotografare con loro, firmiamo i gadget. Poi assistono alle prove pomeridiane pre show. Nel pacchetto viene garantito anche un posto numerato nelle prime 10 file davanti al palco".
Oggi la musica è praticamente diventata “gratuita”. È il front end che permette di acquisire clienti in pareggio (o in lieve perdita) per poi andare a massimizzare i profitti nelle vendite successive E i KISS in questo sono stati magistrali.
Un altro esempio?...
Un pomeriggio e una sera da kissmaniaci costano 1.250 dollari. "Con un seguito così devoto è facile allargare il giro d’affari: io ho una casa discografica, la Simmons Records, sono protagonista con la mia famiglia di un reality show chiamato Gene Simmons Family Jewels (a cui ha ceduto in esclusiva le immagini del suo matrimonio con l’ex coniglietta della Playboy Mansion, Shannon Tweed, ndr) che tutti i fan dei Kiss adorano".
Al di fuori del brand Kiss, Simmons ha aperto a Los Angeles un bikini car wash: "Dieci fantastiche pin-up che ti insaponano la macchina appoggiandosi ai finestrini. Enjoy! Va forte anche il mio ranch con l’allevamento di tori. Il loro seme vale come i diamanti".
Divagazioni sempre remunerative ma utili a differenziare il business dal principale: i Kiss.
"I nostri prodotti accompagnano i fan dalla nascita alla morte. La bara non funziona per chi desidera essere cremato? E noi abbiamo creato l’urna cineraria dei Kiss, la Kiss cremation urna soli 650 dollari. Vuoi averci con te anche durante la doccia? Ecco le piastrelle da bagno con incise le copertine dei nostri album. Per gli intenditori c’è anche un gioco da tavolo chiamato Kissopoly, versione modificata del Monopoli".
L’ultimo colpo di genio è l’apertura del Kiss mini golf a Las Vegas. All’interno della struttura che ospita solo golfisti vip svetta la Kiss wedding chapel dove i fan più fanatici del gruppo celebrano il loro matrimonio vestiti da Kiss, davanti a un maestro di cerimonie mascherato.
"Con la Kiss wedding chapel posso dire di avere portato il mio progetto al massimo livello. La Kiss nation è una realtà. Il marchio Kiss è parte della storia dell’entertainment americano. Per questo molti mi amano e molti mi odiano. Per gli intellettuali snob sono un miserabile, affamato di soldi e donne. Ma io so bene che sotto sotto vorrebbero essere come me. Purtroppo non è possibile: di Mr Kiss ce n’è uno solo. E ha ancora molta fame".
Sul suo appetito non ci sono dubbi, d'altronde Gene Simmons l'ha sempre detto: "Siamo il McDonald’s del rock. Siamo sempre pronti a servirvi. Possiamo accontentare un miliardo di clienti."
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Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Sono ottimista di natura. Dove gli altri vedono problemi io vedo quasi sempre soluzioni. Non mi aspetto sempre e comunque uno sviluppo favorevole nel corso degli eventi, quello mai. Cerco di essere saldo sulla realtà. Sono fiducioso, in senso strategico: nel tempo ho imparato che la paura è quasi sempre la causa dei problemi, non una forma di cauta prevenzione che ti aiuta a risolverli. Non credo neanche di scegliere i lati migliori della realtà per convenienza, o almeno non lo faccio in modo consapevole. Ma sì, decisamente, tendo a considerare prevalentemente quelli. A isolarli dal resto. A sapere dove andare, cosa è giusto fare, come si potrebbe o dovrebbe raddrizzare qualcosa. A volte ci riesco pure. Se questo è ottimismo, ok, si lo sono.
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Alessandro
Che rabbia . Ieri pensavo di aver fatto un check completo e mi sono perso quel link . L’ho visto stamattina rileggendo a colazione grazie per la segnalazione. Spero ti sia piaciuta 🔥
Ottima analisi sui Kiss, molto illuminante. PS: ti segnalo che il primo link della sezione feed non è corretto.