Ho premuto invio e ho trattenuto il respiro. Un potenziale cliente mi ha contattato desiderando saperne di più sui servizi che offriamo. Avrei dovuto essere entusiasta di rispondere, ma dopo aver lavorato su un documento strategico redatto una risposta attentamente ponderata e aver cliccato sul pulsante invia, tutto quello che avevo in mente era: "lo sentirò ancora?"
Sfortunatamente avevo ragione. Il ghosting è una deplorevole realtà degli appuntamenti, della ricerca di lavoro e sì, anche (soprattutto) del mondo di noi consulenti. Il ghosting è così onnipresente che ha persino una propria voce e definizione su Wikipedia:
Troncare una relazione interrompendo ogni comunicazione e contatto con il partner senza alcun preavviso o giustificazione apparente, nonché ignorando i tentativi del partner di mettersi in contatto o comunicare.
Sostituisci "partner" con "libero professionista" e avrai un quadro chiaro di cosa sia il ghosting professionale.
Perché non riusciamo a passarci sopra? Si scopre che non siamo biologicamente predisposti per questo. Il ghosting è un'azione che colpisce la nostra psiche. Quando qualcosa è irrisolto, il nostro cervello tende a soffermarsi su di esso (un fenomeno chiamato effetto Zeigarnik ). La tensione cognitiva sottostante ci incoraggia nel continuare a cercare una soluzione che riesca a risolvere il problema.
Quindi amic*, non sei ossessionat*.
Da alcuni anni, per lavoro, osservo da vicino le tecnologie digitali, il loro utilizzo, l’impatto che hanno sulla società, la rilevanza che hanno assunto sulle e nelle nostre vite. Il modo di comunicare è drasticamente cambiato: se la mia generazione usciva organizzandosi per presentarsi in un luogo ad una tal ora, oggi organizza una cena attraverso WhatsApp, manda la geolocalizzazione se qualcuno non trova la strada e poi, nel mentre o a fine serata, condivide le foto scattate su Instagram o su Facebook di ciò che ha mangiato. Sulla scia di questo cambiamento, guardando all’architettura ed al funzionamento dei social, non ho potuto fare a meno di notare che l’impatto delle piattaforme sulla nostra quotidianità sia in continua evoluzione.
Viviamo in una società che esalta e promuove un continuo stato di ubiquità e presenza online che completa, o in alcuni casi sostituisca, quella offline. Non c’è più differenza tra questi due “stati” bensì una compenetrazione degli stessi, la nostra comunicazione è in larga parte mediata dalla tecnologia, allora questo fenomeno non può che essere presente sui social network e nella sfera digitale.
I social network hanno ritagliato un modello di business sulle nostre attività online e sulle nostre intenzioni future, con implicazioni che hanno sorpassato la sfera dell’intimità individuale, diventando anche materiale a disposizione delle persone attorno a noi favorendo e rendendo più invasive queste pratiche, e l'impatto psicologico che ne deriva.
In ambito scientifico le analisi in questo senso sono ancora poche e circoscritte. Ci si concentra sugli aspetti più visibili dell’utilizzo della tecnologia e dei risvolti che ha sulle nostre vite, e la definizione di noi.
La pervasività della tecnologia digitale nelle nostre vite è ancora purtroppo unita all’incapacità di conoscere molti aspetti dei mezzi di comunicazione che ci permettono di rimanere collegati.
Indipendentemente da chi e come lo fa, il “ghosting” è una pratica spregevole, egoista, irresponsabile e poco professionale. E la pratica racconta di più su una persona – e di un'azienda – di qualsiasi numero di colloqui, referenze, competenze lavorative e test di screening. Accettare un'offerta di lavoro, o anche un colloquio, e poi scomparire senza dire una parola è probabilmente una delle cose più ambigue e poco professionali che un'azienda o una persona possa fare in un ambiente lavorativo.
Chi vorrebbe assumere qualcuno che si comporta in questo modo? Se quella persona non ha gli strumenti umani per confrontarsi con il suo recruiter, allora come può gestire situazioni simili con clienti e fornitori, dove i piani e le promesse sono sempre inclini al cambiamento?
E che dire dell’azienda che si comporta in questo modo? Questo comportamento è all’altezza della loro “dichiarazione di intenti”? Credi che stiano “rendendo il mondo un posto migliore”, “creando valore” o “costruendo un futuro sostenibile” come dichiarano nella loro mission? Se un'azienda tratta i suoi candidati in questo modo, come tratta o tratterà i suoi dipendenti? I suoi azionisti? I suoi clienti? I suoi collaboratori? Quanto trasparente sarebbe questa azienda in tempi di stress finanziario? Quali sono le altre situazioni poco chiare, quando è la cultura del feedback a mancare?
Dimentica quindi le piattaforme basate sull'intelligenza artificiale, gli strumenti di acquisizione dei talenti e i software di reclutamento generati da flusso di dati e informazioni. I datori di lavoro possono leggere tutti i curriculum e chiedere tutte le referenze che desiderano. I candidati al lavoro possono leggere tutte le notizie aziendali e le recensioni sull'azienda. Niente di tutto ciò regge il confronto con l'essere ghostati.
Iniziamo, buona lettura!
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La decisione di Meta però solleva diverse domande:
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Momentum. È un’estensione di Chrome che trasformerà ogni nuova scheda in una magnifica foto, una bella frase motivazionale e l’orario. Perfetto per quando hai bisogno di staccare la spina e tirare un attimo il fiato con un po’ di bellezza. Lo trovi qui
Calendly. un’ agenda virtuale per gli appuntamenti. Hai presente quando devi fissare delle call, mandi 4 mail con 4 disponibilità diverse e tutte e le 4 persone fissano per lo stesso giorno e la stessa ora? Ora utilizzo Calendly. Scelgo orari e giorni in cui sono disponibile per le call e mando ai clienti il link alla mia agenda virtuale. Mettiamo freno alle mail per fissare gli incontri. Nella versione gratuita puoi impostare un solo tipo di appuntamento, ad esempio la call da 60 minuti. Lo trovi qui
In cuffia e in video 🎧
A domani - Uno zaino, un computer, un furto a Milano, uno strano Déjà-vu di qualcosa già accaduto mesi prima. Giacomo, un ragazzo per bene che scappa e nessuno saprà mai da cosa. Una storia diventata ben presto il caso di cronaca di cui tutti i media parlano, dai giornali ai Tg fino ai programmi televisivi principali. Una storia piena di picchi e di note misteriose, ma che. nell'imprevedibilità delle forze in gioco può riguardare il vissuto di ognuno di noi. Lo ascolti qui
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Il Time Boxing, o gestione del tempo. In poche parole, l'assegnazione di un'attività a uno slot di tempo preciso (e breve). Avere poco tempo e ben circoscritto aiuta tantissimo a fregare la tendenza alla procrastinazion (con cui spesso combatto) e: sembra incredibile, ma le scadenze autoimposte possono funzionare altrettanto bene di quelle reali. Poi organizzare le attività alternandole a seconda dell'impegno che chiedono e delle ore della giornata in cui si è più produttivi (per me è la mattina). Quindi prima decidi tu le deadline, poi organizzi il lavoro in base all'effetto che quella particolare attività ha sulle tue energie.
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Aprila e buona lettura
A presto,
Alessandro