Cercando nuovi temi di cui parlarti ho recuperato la lettura di qualcosa di datato che non ha perso per incisività e attualità. Se cominciassimo ad accettare che quando ci mettiamo in giudizio del nuovo, l'innovazione, il futuro, in realtà stiamo ancora giudicando il mercato e il capitalismo, sarebbe tutto sicuramente più chiaro. Uno dei passaggi che mi ha convinto di più del post di Costanza Jesurum sul documentario di Chiara Ferragni (e sul libro della De Lellis) affronta questo nodo definendolo "marxismo a mezzo servizio", cioè attivo solo quando dietro un successo commerciale c'è una donna. Credo sia più attuale che mai, ma aggiungo un'ulteriore riflessione: il marxismo a mezzo servizio scatta quando dietro al successo c'è una donna e/o un'innovazione tecnologica che digitalizza un modo nuovo (o differente dal passato) di fare qualcosa. Quindi: fattorini sfruttati sì, rider no. Marchette sì, branded content no. Spionaggio con un fine positivo si, sorveglianza digitale no.
Nella stragrande maggioranza dei casi questo accade perché in molti tendono a pensare che se fai soldi con il computer, il lavoro lo fa proprio il computer. Lo dice anche Francesca Parviero "Chi conosce il mondo dell’innovazione digitale sa che un fenomeno così (Chiara Ferragni) non sarebbe sopravvissuto se non ci fossero stati dietro del valore e una squadra forte, e che tutti quei milioni di euro di fatturato non si generano solo detenendo un gran culo, reale o figurato che sia."
Se posso permettermi, non basta avere culo, bisogna farselo il culo (senza la retorica del sacrificio, ma questa è un'altra storia).
Insomma, che sia Chiara Ferragni, i Creator, gli Youtubers o gli startupper, ci ritroviamo spesso nella situazione di volare mille metri sopra il punto, inebriati dalla velocità del giudizio.
Rallentiamo.
Iniziamo, buona lettura!
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Sono sempre alla ricerca di metodi di visualizzazione degli impegni più efficaci delle todolist (la mia ricerca di app sulla produttività ti è nota, se sei un mio lettore attento!) mi sono imbattuto nel Chronodex e, anche se non riesco ancora a capire come usarlo al meglio, mi ci sto impegnando perché Patrick NG, che l'ha inventato, dice "Once you get use to the radial thinking mode, it is like you are into another dimension being able to see things more clearly and that's an advantage over a lot of others." Questo post spiega come usarlo per tenere traccia delle attività svolte. Il principio è sempre lo stesso: si parte da un modello e lo si personalizza, tenendo anche conto del momento della giornata in cui si è maggiormente produttivi, che cambia per ciascuno di noi.
A prescindere dal modello di visualizzazione la combo energia/tempo per categorizzare le attività è quella che mi si adatta di più, quest'anno vorrei riuscire a lavorare molto meno e produrre molto di più.
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Aprila e buona lettura
A presto,
Alessandro