Non posso esimermi dal parlare di un argomento a cui sono particolarmente legato: costruire la casa dei propri contenuti.
Quale occasione migliore di quanto avvenuto in casa META con il mancato rinnovo dell'accordo con la SIAE?
I più attivi sulle piattaforme Social se ne saranno accorti, da Facebook e Instagram è sparita la musica. All'improvviso ci siamo svegliati con tutti i reel silenziati. Se si tratta dei video ricordo del compleanno, converrai anche tu con me, non si tratti di un grave problema, ma quando questo investe i contenuti dei creator, e quindi di professionisti che di questo lavoro campano e ci pagano le bollette, puoi valutare anche tu l'impatto notevole dell'affair.
L'influencer è un lavoro vero. È ora che lo si inquadri sotto questa prospettiva.
Il lavoro degli influencer crea enorme valore per i brand e i colossi social, ma la loro crescente rilevanza culturale ed economica non ha necessariamente modificato le loro posizioni di lavoratori precari. Le piattaforme e i brand a cui gli influencer sono legati li incentivano a essere sempre "attivi", spesso (troppo), facendo perno sulle loro capacità di condivisione continua di storie e contenuti monetizzabili, quando la definizione di "monetizzabile" cambia in modo frequente (le discrepanze retributive sono all'ordine del giorno). Nel frattempo, le aziende e le agenzie di comunicazione, sebbene su livelli differenti, agiscono all'interno di questo ecosistema per contrattare e promuovere il lavoro degli influencer creando strumenti e pratiche per capire come e con chi lavorare. Dando priorità all'efficienza rispetto alle "sfumature", e con alcuni di questi strumenti, svalutando sistematicamente le persone queer o ad esempio le persone di colore. Come ha scoperto di recente, la ricercatrice Sophie Bishop. Il potere si è spostato dagli individui, alle principali società Social Media. Sotto l'egida della bandiera del supporto incondizionato ai creator, giganti come META, acquistano o si appropriano di strumenti e servizi di piccole aziende, facendo deragliare le prospettiva di crescita dei concorrenti e rafforzando la dipendenza degli utenti alle proprie app. La totale mancanza di trasparenza su come siano regolati gli algoritmi fa sì che molti influencer o brand, operino sotto la costante minaccia della loro visibilità (e invisibilità!), e quindi di un reddito solo potenziale, senza alcun preavviso e prospettiva di crescita.
Detto questo, penso che la situazione META vs SIAE verrà presto risolta, quel che è certo è che ripropone la questione: "I contenuti sono davvero tuoi?" Certo li hai prodotti tu. Ma se li affidi esclusivamente a una piattaforma non tua è ancora così? Qual è il confine? Di sicuro ti sei preso consapevolmente o meno il rischio di impresa di poter perdere ogni cosa. Ciò che crei per la tua professione di creator potrebbe sparire, essere modificato (come i reel senza musica e voiceover) o reso persino invisibile, da un momento all’altro (attraverso costanti modifiche di algoritmo).
Cosa fare allora? Questo non significa rinunciare ai Social Media. Non sono uno stolto.
Ma forse, smettere di pensare che il blog sia morto, che il proprio sito non serva, e prevedere nella tua strategia di contenuto, una "casa" a cui fare sempre ritorno. Dove le regole le detti tu e se vorrai, potrai sederti sul divano davanti alla TV mangiando una frittatona di cipolle con una Peroni gelata e rutto libero.
Iniziamo, buona lettura!
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Ciao, sono Alessandro e con la mia agenzia, aiuto aziende e professionisti a rendere i loro brand significativi e memorabili. Vuoi qualche consiglio?
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Coca-Cola ha invitato gli artisti digitali di tutto il mondo a utilizzare una piattaforma AI "prima nel suo genere" per creare opere d'arte originali con risorse creative dagli archivi Coca-Cola. Attraverso il concorso "Create Real Magic", artisti provenienti da Stati Uniti, Australia e paesi europei selezionati possono scaricare e inviare il loro lavoro per avere l'opportunità di essere presenti sui cartelloni digitali di Coke a Piccadilly Circus a Londra e Time Square a New York. Leggi di più
Saremo anche noi migranti climatici nel 2050?
Cosa potrebbe succedere se noi europei del sud, davanti alle previsioni di caldo sempre più asfissiante e catastrofico, decidessimo di emigrare nelle regioni più a nord del continente? Ci sarebbe posto per noi? Come verremmo accolti? Leggi di più
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Boom dei prodotti ricchi di proteine e della dieta flexitariana
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I tool che ho usato questa settimana 🛠
Consensus Hai bisogno di saggi e ricerche scientifiche per approfondire i tuoi contenuti Questo strumento fa al caso tuo. Fai la domanda che ti interessa (ad es. Mangiare vegetali e proteine fa bene?) e come risposta otterrai paper e studi scientifici sull’argomento. Un bell’aiuto per scrivere articoli e approfondimenti
Nella mia cucina 👨🏼🍳
Ci sono giorni che... non ci vedo più dalla fame perchè la lancetta dell'orologio è corsa troppa in avanti: cosa mangiare allora, di rapido e leggero? Io al gusto non rinuncio di certo! Allora sfodero i miei cavalli di battaglia: in questa ricetta troverete molti ingredienti che ricorrono nelle mie schiscette. Cucinate questi Burger di ceci e quinoa, assaggiate e poi mi saprete dire! Seguitemi in cucina!
In cuffia e in video 🎧
Una foto una storia Questo podcast di Contrasto e Storielibere.fm racconta in ogni puntata la storia di una fotografia celebre. Ma non solo, perché la foto è lo spunto per conoscere meglio artisti, stili fotografici e i contesti storici, essendo la fotografia un medium potente e sempre memorabile.
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Reverse marketing: quando il “parlar male di sé” può essere vantaggioso per la digital strategy. Ebbene sì… anche screditarsi si rivela una scelta vincente per la propria digital strategy! Ti parlo del reverse marketing e di come questo possa totalmente ribaltare l’approccio dei brand nei confronti di noi consumatori.
La chiave di volta sta nel cambiare prospettiva, approccio nella strategia digitale: non più convincere a comprare, ma generare curiosità verso il prodotto in modo anti convenzionale. In poche parole, il marketing inverso cercherà di instaurare con il consumatore un rapporto di fiducia, così che questo cercherà e selezionare il marchio di sua spontanea volontà. Secondo il principio della “reattanza psicologica”, gli esseri umani tendono a reagire in modo opposto quando gli viene proibito qualcosa; scatta così il desiderio di fare l’esatto contrario e i brand lo sfruttano a loro vantaggio. Da Clio MakeUp a Patagonia, passando per Takis: perché fare Reverse Marketing si rivela essere una mossa vincente per i brand? Leggi di più
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Aprila e buona lettura
a presto,
Alessandro