Ci sono notizie che sui social media ci fanno rabbia e ci fanno arrabbiare. Alcuni contenuti vengono spesso rielaborati per avere un impatto emotivo su di noi che li fruiamo.
Viviamo in una società che abbiamo alimentato nel tempo anche noi addetti ai lavori della comunicazione, che si sta basando sempre più, non sulla qualità del contenuto in sé ma, (soprattutto), sulla capacità di generare click, commenti, interazioni e follower. Una società basata sulle performance.
Scivoliamo spesso nel baratro della rabbia, attraverso contenuti che ci provocano una reazione involontaria che governa gli istinti. Non ho un parere su chi ne fa uso, cerco di sospendere il giudizio, anche se con grande difficoltà. L'ingrediente cognitivo scatenante della rabbia lo sapete qual è? Il torto subito. Esistono due caratteristiche principali che aumentano in modo esponenziale la rabbia. Ho avuto occasione di leggerne su alcuni testi di cognitivismo e prendendo spunto da quelli di Edoardo Mocini.
La personalizzazione: arrabbiarsi contro una persona è più facile che contro una situazione in generale. Siamo animali sociali.
La malizia: Se pensiamo che tu mi abbia fatto un torto con malizia (pensando a quella precisa cattiveria che volevi infliggere), la mia rabbia cresce.
Comprendete quindi perché un approccio alla produzione di contenuti, che si presenta ammantato di etica, nato per "smascherare fenomeni", processare una categoria (non meglio precisata, perché queste persone spesso non fanno mai nomi), possa diventare una perfetta macchina utile per fomentare la vostra rabbia e, perchè no, trarne anche qualche vantaggio in termini di visibilità?
Provate a ragionarci. La modalità è sempre uguale. Si individua un "problema", si presenta un "colpevole", spesso come detto, senza dargli un volto. Anzi, funziona meglio se generico o legato ad una categoria. Presentato come il colpevole che vi sta facendo un torto, spesso con un solo scopo: arricchirsi, vivere esperienze esclusive alle vostre spalle. In questo caso si verifica un fenomeno cognitivo ben noto: visto che provate rabbia, pensate senza saperne il motivo, che quella rabbia quella persona se la stia meritando. E quindi che quel torto lo abbiate subito per davvero. Si chiama "affect as information".
Si tratta del processo attraverso il quale gli esseri umani tendono ad utilizzare il proprio stato affettivo, più che delle evidenze oggettive, come informazione saliente per esprimere valutazioni sul mondo in generale. Un meccanismo che si ritrova nella vita di tutti i giorni. A tutti noi, infatti, può succedere di farne ricorso anche senza accorgercene, un esempio può essere quando al mattino ci svegliamo provando piacevoli sensazioni e abbiamo il sentore che quella che ci attenderà sarà una giornata produttiva o, al contrario, quando ci svegliamo non in formissima e ci aspettiamo di dover affrontare una giornata difficile. Se sono in ansia, se ho rabbia penso che ci sarà davvero un motivo per essere in ansia o essere arrabbiato e quindi mi avrai fatto davvero un torto. L'emozione governa la ragione, influenzando la credenza.
Un altro fenomeno che viene sfruttato ad arte è l'invidia. L’invidia sociale è la distopia di un mondo che non vuole più essere ma, semplicemente, apparire. È il vero cancro di questa società moderna, perché attraverso di essa (o come viene percepita, essendoci davvero profonde disuguaglianze sociali) tutto diventa distorto e contorto, quelli che un tempo erano valori interiori dell’essere umano sono sostituiti da apparenze esteriori della società. L’invidia nelle sue forme più comuni si riferiva alle cose, invidia per ciò che non ho e altri hanno. Ma aggiungendo l’aggettivo “sociale”, ecco che abbiamo il fenomeno dell’invidia per come lo viviamo oggi, in una società fatta di immagini e comunicazioni, l’invidia è rivolta all’essere, ai modelli di successo, di ricchezza, di fama e di notorietà.
I creator che puntano sulla "rabbia" offrono una scappatoia facile e "pulita" per esternare il nostro disappunto. La offrono al nostro cervello, che si convince di non provare "invidia" o "rabbia" (sentimenti per la società, deprecabili), ma sono gli altri che ci hanno fatto un torto.
Per cui, quando alcuni creator riescono nel costruire una narrazione che vi genera rabbia, poi ci pensa la vostra mente ad aiutarlo a convincervi che quella persona o un gruppo di persone, un torto ve lo abbia fatto per davvero. Cosa ci guadagnano? Beh, l'ho detto in apertura: i social campano di interazioni, commenti, condivisioni (loro di follower, vanità, notorietà). Quanto più rimarrete su quel contenuto, maggiore sarà la sua circolazione sui social e l'algoritmo continuerà a proporlo (senza una effettiva moderazione o selezione). Pubblico, interazioni, revenue. Denaro che circola attraverso le vostre emozioni. Magari non vi ho detto nulla di nuovo, ma la prossima volta sono sicuro, una domanda vi sorgerà spontanea.
Iniziamo, buona lettura!
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Food e lifestyle editor, lavoro nel campo dell’editoria gastronomica da prima che Masterchef andasse in tv e da quando in libreria i ricettari stavano a fianco dei manuali di giardinaggio (in fondo in fondo a tutto). Sono una giornalista e una consulente editoriale, lavoro “dietro le quinte” per editori, agenzie e aziende, quindi leggo tanto e vado a caccia di tendenze, novità, storie interessanti, tutto il giorno - come quelle che leggo su Pane, Burro e Caffeina e che condivido con la mia newsletter Materia Prima. Sono il curatore editoriale di Marie Claire Maison Italia e mi piace dire che scrivo di cucina e viaggi per parlare d’altro, cose futili in modo serissimo (e viceversa), su La Cucina Italiana, Vanity Fair e Italy Segreta. Onnivora impenitente, giro per ristoranti stellati e posti dove non entrereste mai, sono una pessima cuoca, e una vera milanese.
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Vi avevo parlato dell’Anti Twitter qualche newsletter addietro, Il creatore Rochko non cede alle offerte di investitori privati, intanto le critiche degli utenti aumentano. Tra ottobre e novembre 2022 gli utenti mensili di Mastodon sono passati da 300mila a 2.5 milioni, con un aumento significativo anche dei download dell’applicazione. Ma se da un lato la decentralizzazione di Mastodon ne rende impossibile il controllo da parte di una singola entità (o di un multimiliardario come Musk), dall’altro il sistema scarica molte più responsabilità sui singoli gestori delle “istanze”, soprattutto per quanto riguarda la moderazione dei contenuti, un altro dei problemi più grandi con cui oggi devono fare i conti i social network. Leggi qui
Quando arriverà quel momento, l’intelligenza artificiale lo scriverà per te.
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Utilizzare Minecraft per riqualificare una città con progetti di urbanizzazione? Si grazie!
Il comune di Riga in Lettonia sta cercando di risolvere i problemi economici in modo innovativo, con l’obbiettivo di coinvolgere i giovani nella pianificazione e riqualificazione urbana attraverso Minecraft, il videogame. La pianificazione è complessa, piena di gerghi tecnici e concetti difficili da comprendere. Minecraft consente agli educatori di Riga di andare oltre le parole. Il consiglio comunale sta esplorando Minecraft come strumento di comunicazione non verbale per promuovere l'attivismo locale tra gli alunni negli ambienti scolastici. Questo aiuterà i giovani locali a diventare più legati al loro quartiere. Un esempio innovativo di come utilizzare ambienti virtuali o immersivi per generare cultura e facilitare l'apprendimento. Leggi di più
È possibile aprire un ristorante e renderlo profittevole e sostenibile per i dipendenti che ci lavorano? Cè chi ci sta provando.
“Nessuno vuole più lavorare nei ristoranti” è il titolo sensazione che ho letto in questi ultimi 2 anni su almeno una dozzina di articoli. Un fenomeno complesso che ahimè tocca diversi ambiti professionali. Un articolo del New York Times si chiedeva infatti se il mondo del lavoro durante la pandemia fosse cambiato per sempre. Le risposte le leggeremo nei prossimi anni, ma alcune certezze ci rimangono in mano: non tutti i ristoranti sono delle cucine da incubo e il burnout non è assicurato solo perché lavori in cucina. Esistono anche, esempi virtuosi. Un’altra ristorazione è possibile. Leggi qui
La Francia prende di mira gli influencer colpiti dai recenti scandali
Per mesi, il capo dell'economia francese Bruno Le Maire aveva sottolineato con rabbia truffe e pubblicità fuorvianti promosse da star dei reality e simili sulle piattaforme social media. Ora, un accordo politico sulla questione - tra il partito del presidente Emmanuel Macron e i socialisti in parlamento - promette di regolamentare il settore tormentato dagli scandali già in primavera. Sarà la giusta direzione? Leggi qui
I tool che ho usato questa settimana 🛠
Come scrivere una perfetta Short Bio sui Social? Ecco un ottimo consiglio
Cosa vorresti scrivere al tuo io del futuro? Qui è dove puoi farlo (magari con i tuoi propositi per questo 2023?)
Nella mia cucina 👨🏼🍳
Da buon milanese con origini pugliesi ho al posto del cuore una frisa Ma che cos'è la frisa? Nel dialetto si pronuncia friseddda, friso, friseddha, spaccatella o spaccatedd, altro non è che un tarallo di grano duro (ma anche orzo e farro integrale) cotto al forno, tagliato a metà in senso orizzontale e fatto biscottare nuovamente in forno.Mostra infatti una faccia porosa e una compatta, che non è un pane: essendo cotta due volte, ma bis-cottata Oggi la preparo sponzata con un tocco greco. Seguitemi in cucina!
In cuffia e in video 🎧
“Ma perché?” Il nuovo Podcast con cui ogni giorno Marco Maisano (autore che ti avevo già segnalato per il podcast “Fantasma il caso Una Bomber”), insieme a un esperto di politica o economia, scienza o cultura, riparte dalle basi, facendo la domanda più semplice del mondo: ma perché? Dal buco dell’ozono che si sta chiudendo, al Pnrr da rinegoziare, tante le notizie che ci tartassano ogni giorno e che forse non capiamo fino in fondo. In ogni puntata, l’host proverà a dare una risposta con un ospite diverso.
Polaroid ⭐
Cosa mi porto a casa questa settimana. L’insegnamento, o comunque esperienza
Stabilire la propria to do list della giornata, serve per stabilire le tue priorità e sapere sempre su quali tornare nel corso della giornata. Affiancare la to do list alla to be list. Cosa devo essere per arrivare al mio obbiettivo. Il fare al servizio dell’essere.
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Giovedì ti invierò la prossima mail.
Aprila e buona lettura
a presto,
Alessandro